Sabato 5 e domenica 6 marzo, ore 11 | 12 | 15 | 16 | 17
Visita guidata | Un mistero dipinto nel cuore della città
La grandiosa Sala delle Capriate è frutto della ristrutturazione cinquecentesca del Palazzo della Ragione affidata all'architetto Pietro Isabello a seguito del rovinoso incendio del 1513. In questo prestigioso spazio, come in uno scrigno, sono stati raccolti affreschi strappati provenienti da chiese e da edifici civili di Bergamo, che costituiscono un complesso preziosissimo di testimonianze di pittura murale databili tra il XIII e il XV secolo. Si tratta di un patrimonio di varie provenienze, raggruppato per nuclei ostensivi omogenei che, riconducendo i frammenti a un contesto riconoscibile di appartenenza, consente di ricostruire l’immagine di molti luoghi perduti della città, della sua storia e della sua realtà culturale. Tra i complessi più significativi che compongono questa splendida collezione, si segnalano in particolare gli affreschi di Sant’Antonio in Foris (inizio XIII sec.), quelli di altissima qualità provenienti dall'ex convento di San Francesco (sec. XIV) e i frammenti dei Sette Saggi dell’antichità che Donato Bramante dipinse nel 1477 sulla facciata del palazzo del Podestà veneziano. La Sala delle Capriate, attualmente adibita a sede di mostre e manifestazioni culturali, ebbe diverse funzioni nel corso dei secoli: fu luogo del potere comunale, dell’amministrazione della giustizia, teatro, magazzino, biblioteca civica. Al centro della parete est, esattamente al di sotto dell’affresco con la personificazione della Giustizia tra i Santi patroni della città Alessandro e Vincenzo, dipinto nel 1547 da Filippo Zanchi, campeggia la veduta ideale di una città fortificata con torri e ponti sospesi, in riva a un ampio corso d’acqua. Questo vasto lacerto orizzontale a fresco risulta mutilo in basso, dove una pescaia era parte di una scena perduta, collocata in primo piano. Un soggetto sorprendente, misterioso e persino bizzarro: una città che non è certo Bergamo si staglia al centro della parete nel cuore di un luogo antico e simbolico, dimora del potere civico e della giustizia. Nell’unico studio che cita il dipinto si ipotizza che si trattasse dello sfondo del teatro Cerri: nel 1797, infatti, la municipalità concesse al cittadino Cerri il salone per dieci anni, affinché vi fabbricasse un teatro in legno con tre ordini di palchi, che fu attivo fino al 1807. Il tono scenografico della raffigurazione e la presenza della pescaia potrebbero essere compatibili con alcuni fondali delle opere rappresentate in città fin dal Seicento, ma il carattere durevole della tecnica esecutiva a fresco stride con la natura effimera degli sfondi teatrali. La datazione del dipinto, inoltre, si potrebbe anticipare di almeno un secolo. Molti segreti si celano ancora dietro questo misterioso frammento.
Visita guidata gratuita della durata di 30 minuti, per max 20 partecipanti. Prenotazione obbligatoria: museocitybg@gakeventi.com | via WhatsApp al T. 327 7327739
Foto: - Ignoto, Veduta di città fortificata, secc. XVII- XVIII, affresco - Pianta del Teatro Cerri, 1797, Biblioteca Civica Angelo Mai, Sala_32_C_8.22_2_1 |