La manopola é composta da una scatola di ferro con il fondo munito di pulegge. La struttura è in legno con applicazioni d'osso, lamine d'ottone e madreperla finemente cesellata. ll balestriere sospendeva la muffola alla sua cintura o la metteva a terra, mirando e sparando con il grilletto di ferro. La corda viene arrotolata per mezzo di manovelle. Si poteva appendere la manopola alla cintura oppure posarla a terra , mirare e tirare con l'aiuto del grilletto di ferro legato alla molla in osso che sgancia la corda di canapa. Poteva inoltre tenerla a terra appoggiando il piede sulla parte metallica che si trova all'estremità della balestra. La balestra è stata prodotta in Germania nel XV secolo ed è pervenuta al museo da un acquisto presso il mercato antiquario francese nel 2000. |
Nella Sala 11 del Museo Civico di Storia Naturale, in occasione di Museo Segreto 2018, è stata esposta una rappresentanza della collezione di Padre Carlo Brivio (1924-2008), appassionato collezionista di insetti. Le sue raccolte sono arrivate al Museo in due lotti: 1968 (dono di circa 62.000 esemplari) e 2008 (lascito testamentario di circa 250.000). Inoltre, nella Sala 10, il Museo ha allestito due vetrine per illustrare la figura di Giuseppe Fiorino, ebanista newyorkese, figlio di immigrati italiani, che volle donare la sua preziosa collezione di invertebrati marini al suo Paese d’origine. L’ingresso della collezione Fiorino nel 1951 segna la rinascita delle collezioni malacologiche del museo, completamente distrutte nel 1943. Nella Sala 1 invece è stato dato spazio alle tavole botaniche ad acquarello dell’’800 con soggetto di camelie, commissionate dal medico Luigi Sacco ed eseguite da artista ignoto, tavole colorate della rivista “Giardini. Giornale di orticoltura”, pubblicata a Milano da Andrea Ubicini dal 1854 al 1875 e tavole degli “Annali di Agricoltura”, 1854-1857. |
“Or che i Numi son vinti a me la cetra. A me l’altar!” La figura del folle e psicopatico Nerone è, nell’immaginario collettivo, nota nel momento in cui prende con forza lo strumento e inizia a suonare. A questo controverso personaggio il compositore Arrigo Boito dedicò un’opera alla quale lavorò per ben 56 anni per riprodurre, nella maniera più puntuale possibile, l’ambiente storico, sociale, politico e musicale dell’antica Roma. Tuttavia il “Nerone” andò in scena solo nel 1924, a ben cinque anni dalla sua morte, grazie a Toscanini che lo portò a compimento rifinendo quel poco che mancava al IV atto. Per il debutto del 1924 fu costruita una vera e propria cetra dal maestro Parravicini all’epoca liutaio della Ditta A. Monzino e figli di Milano. Tra il patrimonio della collezione di strumenti musicali donati al Museo da Emma Vecla cantante del ‘900, che mise anche a disposizione un cospicuo fondo economico allo scopo di illustrare “gli strumenti musicali nella loro evoluzione e tecnologia”, è stata trovata nel 2017 una forma di legno e un calco in gesso corrispondenti allo strumento oggi esposto al Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco. |
Una “perla” d’archivio: il contratto di assunzione di Enzo Ferrari in Alfa Romeo. Un documento inedito, che offre lo spunto per approfondire uno degli aspetti più interessanti e leggendari dell’automobilismo italiano: il rapporto fra la Casa del Biscione e Enzo Ferrari, a 120 anni dalla sua nascita. Il futuro “Drake” debutta come pilota Alfa Romeo chiudendo la prima esperienza con un terribile incidente. Poi diventa uno degli assi del volante della sua epoca, guadagnandosi anche le insegne di un altro asso: il Cavallino Rampante che fu di Francesco Baracca. Pilota, concessionario, personaggio di grande influenza ai piani alti del Portello e, infine, fondatore della Scuderia Ferrari che in breve diverrà il reparto corse dell’Alfa Romeo. Un racconto fatto di immagini, documenti, automobili e grandi personaggi di questa storia tutta italiana e destinata a far sognare il mondo intero. |
Il primo numero della rivista settimanale Grand Hotel è una pietra miliare nella storia dell'editoria italiana ed europea. L'editore Cino Del Duca con i fratelli Domenico e Alceo e lo scrittore Francesco Matteo Macciò, nell'Italia che si rialza dalla guerra, ritengono che sia tempo di creare del Fumetto rivolto a un pubblico adulto. I primi "fotoromanzi" di Grand Hotel sono infatti interamente disegnati da autori eccellenti come Walter Molino e Giulio Bertoletti. Il successo della formula editoriale è immediato e folgorante. Presto il settimanale supererà il mezzo milione di copie settimanali (e raggiungerà il milione), aprendo lo spazio ad altre testate simili (come il Bolero di Mondadori). Insieme allo storico primo numero viene esposto anche il "numero zero" in bianco e nero che annunciava l'uscita del settimanale e altre rarità a corredo. |
Nell’ambito della sezione Museo Segreto dell’evento MuseoCity il MIC ha proposto una rassegna cinematografica di film proiettati in supporto Laserdisc provenienti dalla collezione donata nel 2016 alla Cineteca dall’ autore e conduttore televisivo Paolo Limiti, grande appassionato di questa tecnologia. Il Laserdisc, nato verso la fine degli anni Settanta, è il primo standard di videoregistrazione su disco ottico. Consiste in un disco di materiali plastici simili a quelli di un CD o DVD che ha la capacità di contenere circa 60 minuti di video per lato, più due tracce audio digitali o analogiche. Per molti anni è stato la frontiera delle nuove tecnologie in quanto era considerato il miglior formato audio/video, dotato di una proiezione video di ottima qualità e di un audio prima analogico poi digitale, anche con colonna sonora Dolby Digital. Tuttavia, dopo una grande diffusione negli anni Ottanta, il costo elevato e l'uscita sul mercato del più versatile ed economico DVD, comportano, negli anni Novanta, il progressivo declino della tecnologia del Laserdisc. Il MIC ha proposto al pubblico la possibilità di fruire di una tecnologia scomparsa, sia per il supporto, che per il dispositivo di proiezione, un proiettore specifico ormai fuori produzione. |
Le collezioni dei musei di zoologia e di botanica sono preziose testimonianze della presenza di specie sul territorio. Essi rappresentano pertanto non solo efficaci strumenti di conoscenza e ricerca ma, anche, la testimonianza materiale di metodologie di studio e di tradizioni culturali. Nell’ambito di Museocity - Museo Segreto 2018, sono stati esposti alcuni vasi delle collezioni scientifiche dell’Acquario risalenti agli anni ’70 come esempio di metodologie di studio dell’epoca, invitando il visitatore ad una riflessione sulle tecniche di ricerca del passato e sulla diversa percezione della natura. |
Museo Mondo Milan, in occasione di Museo Segreto 2017, ha esposto l’inedita maglia rossonera indossata dal capitano Carlo Annovazzi nella stagione 1951-52. La maglia ha cucito sul petto il tricolore, simbolo dello scudetto conquistato l’anno prima. |
La scelta di esporre questo oggetto in occasione di Museo Segreto 2018 è da ricondurre all’evento calcistico del XX secolo: Italia contro Germania Ovest, giocata a Città del Messico allo stadio Atzeca il 17 giugno 1970 davanti a 102.444 spettatori. La partita ha avuto un’importanza sportiva tale da meritarsi la nomea di “partita del secolo”. Sfida unica nel suo genere per intensità, continui cambi di risultato e stravolgimenti di fronte, fu giocata a 2.200 metri di altitudine alle 16.00 di Città del Messico in piena estate tenendo sveglia tutta Europa e incollati davanti alla TV milioni di amanti del calcio in tutto il resto del mondo. Gli stessi messicani, innamoratisi di questa partita, affissero fuori dallo stadio una targa commemorativa con scritto “partido del siglo” a dimostrazione dell’importanza che ebbe tale evento. In occasione della tre giorni di MuseoCity è stata eccezionalmente esposta la maglia azzurra n. 8 di Roberto Rosato che fu tra i protagonisti di quella storica semifinale, facendo un salvataggio sulla linea per l’Italia a portiere battuto. Giocò anche la successiva finale, persa per 4-1 contro il Brasile, venendo infine scelto come miglior stopper del torneo. |
La serie di coltelli Trivulzio appartiene ad una tipologia molto rara, di cui si conoscono pochissimi altri esemplari. Questi coltelli si differenziano per misure, provengono probabilmente da set diversi, ma sono tutti caratterizzati da una decorazione sul manico con figure di giovani uomini o giovani donne rappresentati a mezzo busto, di profilo, secondo il modello delle cosiddette belle. In alternativa su alcuni manici sono rappresentati lunghi cartigli con motti di soggetto amoroso che incitano alla fedeltà. Per il soggetto è plausibile pensare che si trattasse di doni di nozze. Tecnicamente il disegno delle figure è ricavato per incisione, rimuovendo la materia metallica a riempiendo lo spazio ricavato con una sostanza scura, il niello, che disegna per contrasto il soggetto. |