Castello Sforzesco - PINACOTECA
La Civica Pinacoteca del Castello Sforzesco nasce nel 1861 grazie alla precisa volontà di alcuni benemeriti personaggi milanesi di dotare la città di Milano di un proprio patrimonio d’arte. I testamenti di Fogliani-Marchesi (1861), di Innocenzo e Gian Giacomo Attendolo Bolognini (1863) e di Antonio Guasconi (1863-1865), sono i primi fondamentali atti a cui seguiranno, per tutta la seconda metà dell’Ottocento, continui doni, depositi e legati. Nel 1900 la collezione viene spostata nella sede del Castello Sforzesco dove sarà incrementata da continue aggiunte grazie alle disposizioni liberali di numerosi cittadini. Le opere esposte nella Pinacoteca del Castello Sforzesco coprono un arco temporale che va dal Quattrocento al Settecento, con opere di Mantegna , Bellini, Foppa, Lotto fino a Canaletto. Notevole la grande sala dedicata alla pittura e scultura Lombarda del Rinascimento. |
DETTAGLI
Castello Sforzesco |Piazza Castello, 20121 Milano
Museo segreto
Andrea Mantegna
Madonna in trono col Bambino e i Santi, 1497
214 x 287
Museo Segreto 2018
La collezione di dipinti in possesso del principe Trivulzio all’inizio del Novecento era notevolissima, come tutto il resto della raccolta. Tra i pezzi più eclatanti venduti nel 1935 ai musei civici c’è certamente la monumentale "Madonna col Bambino e santi" opera di Andrea Mantegna. Il dipinto fu realizzato per la chiesa di Santa Maria in Organo a Verona, dove occupava la posizione in alto rispetto all’altare maggiore. A questa collocazione si deve il potente scorcio prospettico che rende ancora più grandeggiante l’opera, alta quasi tre metri. La Madonna col Bambino, fulcro della composizione, è racchiusa all’interno di una mandorla circondata da cherubini e sospesa sopra un bellissimo gruppetto di angeli musicanti ed è compresa tra due ricchi cespugli di piante e frutti, caratteristici del fare del maestro. Ai lati giganteggiano i santi Giovanni Battista, Gregorio Magno, Benedetto e Gerolamo, che tiene in mano il modellino della chiesa veronese. |
Vincenzo Foppa
Madonna col Bambino, 1470
Museo Segreto 2018
La piccola ma deliziosa "Madonna col Bambino" attribuita a Vincenzo Foppa, forse col concorso di qualche collaboratore (Stefano de Fedeli?), ha solo in apparenza un tono minore, per la dimensione molto domestica e affettuosa della composizione. Si tratta certamente di un’opera destinata alla devozione privata, cui si deve questa intonazione più umile, ma l’analisi ravvicinata mostra una sensibile attenzione agli aspetti materici della pittura che la rendono un perfetto esempio della cultura artistica lombarda prima dell’arrivo di Leonardo e Bramante a Milano. La stesura pittorica accosta velature di blu, rosso, giallo e bianco, tinte che sono poi rialzate da tocchi di oro. L’oro finemente lavorato si ritrova anche sulle aureole e sullo sfondo, ad accrescere la dimensione preziosa della composizione. |
Pittore toscano e collaboratori lombardi
Crocifissione, XIV sec, 1347 ca
485 x 342
Museo Segreto 2017
Nel 1926 tornò alla luce la monumentale Crocifissione affrescata, entro il 1340, da un artista toscano e da maestranze lombarde sulla parete esterna del campanile di San Gottardo in corte. Per conservare l’opera, associata alla presenza di Giotto a Milano, si decise di strapparla e questa delicata operazione rivelò la presenza del disegno sottostante, chiamato sinopia perché le tracce grafiche sono tratteggiate con terra di Sinope. Quest’opera non ricevette un’adeguata attenzione tanto da restare per decenni invisibile, la parte più ampia arrotolata, l’altra di minori dimensioni su un pannello. In occasione dell’Esposizione Universale tenuta nel 2015 nel capoluogo lombardo, la chiesa di San Gottardo è stata oggetto di un ampio e radicale intervento conservativo che ha coinvolto oltre alle strutture architettoniche anche l’affresco, collocato dal 1980 sulla controfacciata, e la sinopia. In quest’ultimo caso si è trattato di un complesso lavoro di restauro grazie al quale la prima idea per rappresentare l’ampia e complessa scena religiosa torna ad essere apprezzabile malgrado le vaste lacune. Il risarcimento ha permesso di recuperare le tracce dei due committenti, a sinistra Azzone Visconti, a destra la moglie Caterina di Savoia. L’impossibilità di accostare il disegno alla realizzazione finale riunendo le due parti nella navata di San Gottardo, ha indotto a trovare un altro luogo di conservazione. Si è scelto l’ampio ambiente sotterraneo detto "Sala pilastri" ubicato nella corte ducale di fondazione Viscontea dove, insieme alla memoria proveniente da San Gottardo, sono esposte altre due sinopie, anch’esse estratte dal deposito della Pinacoteca. |