Il cantiere dell’immenso edificio della “Ca’ Granda”, avviato nel 1456 e proseguito tra sospensioni e riprese, si era arrestato nel 1701 per mancanza di fondi. Il notaio Giuseppe Macchi (1713-1797), dopo una vita ricca di incarichi, nomina erede l’Ospedale Maggiore nel suo testamento del 1787. Al momento della morte, la consistente cifra di 2.265.000 lire, parsimoniosamente accumulata negli ultimi dieci anni di vita, è destinata a completare il fabbricato a beneficio dei poveri infermi. Per questo contributo Macchi è considerato il “terzo fondatore” dell’Ospedale Maggiore, dopo Francesco Sforza e Giovan Pietro Carcano. Come per tutti i sostenitori più generosi, viene eseguito il dipinto gratulatorio, commissionato ad Anton Francesco Biondi, affermato ritrattista dell’ospedale: la tela raffigura il notaio seduto in uno studio (sullo sfondo si vedono regi- stri di incartamenti), che esibisce una planimetria dell’edificio, su cui si può leggere “piano superiore dell’ospitale”. Il progetto di ampliamento si deve all’ing. Pietro Castelli, sotto la cui guida, tra 1798 e 1804, si costruisce l’ala verso Via Laghetto, in stile neoclassico con un loggiato aperto da una serliana verso il Naviglio. L’archivio ospedaliero conserva i disegni e la documentazione relativi. Pietro Castelli era ingegnere capo dell’Ospedale dal 1775, successore di Giovanni Antonio Richini; lui pure è un benefattore dell’Ente, a cui lega 20.000 lire nel 1823.
Courtesy Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Foto: Giuseppe Giudici |
Monumento celebrativo del famoso medico dell’Ospedale Maggiore di Milano (1769-1836), pioniere della vaccinazione antivaiolosa in Lombardia all’inizio dell’Ottocento. La scena raffigura Luigi Sacco nell’atto di vaccinare una bambina, prelevando la sostanza direttamente dalla mammella vaccina; sullo sfondo si possono riconoscere la Pia Casa degli esposti e delle partorienti di Santa Caterina alla ruota e il recinto del giardino della Guastalla, prospicienti l’Ospedale. Sacco, informato sulla scoperta di Edward Jenner, dedicò ogni energia a farne conoscere il metodo e ad applicarlo su grande scala: la vaccinazione di un milione e mezzo di abitanti preservò la regione dalle ricorrenti epidemie di vaiolo. Lo scultore Giovanni Pandiani (1808-1879), allievo di Pompeo Marchesi dell’Accademia di Brera, è noto soprattutto per aver scolpito con raffinatezza figure femminili con modi graziosi e morbidi.
L’istituzione partecipa a Museo Segreto anche con un approfondimento video che sarà disponibile dalle 17 di mercoledì 3 marzo sul canale YouTube dell'Associazione MuseoCity |